Il nome stesso, Ecuador, racconta lo stretto legame di questo piccolo stato sudamericano con l’Equatore, la latitudine che accomuna tutti i paesi produttori di caffè. Eppure, nonostante il caffè venga coltivato da tempo e la sua composizione geografica sia straordinaria, l‘Ecuador è famoso per il suo caffè solubile, non certo per la qualità dei suoi chicchi come invece lo sono Brasile e Colombia.
Ci sono alcune ragioni, come vedremo, ma la cosa importante è che negli ultimi anni le cose stanno cambiando rapidamente grazie ad una rinnovata spinta al settore e alla comparsa di quella che può essere definita una nuova generazione di coltivatori, attenta al mercato e decisa a puntare tutto sulla qualità.
Rivoluzione specialty
A questa nuova generazione appartiene Pablo Andres Eguiguren Calisto, che abbiamo intervistato per la serie “Meet the famer“.
Nel 2019 Pablo ha preso in mano la gestione della piantagione di famiglia “El Ahuacate”, nella provincia di Loja, l’ha convertita interamente introducendo specialty come Geisha, Sidra, Catuai, Typica e Colombia Seats e ci dice convinto che «Nei prossimi anni le persone di tutto il mondo berranno caffè ecuadoriano». Come potrete sentire dalla sua stessa voce, le premesse per caffè di grande qualità ci sono tutte: gli investimenti nei sistemi di lavorazione, le collaborazioni con le università e gli esperimenti, uniti ai quasi duemila metri di altitudine della piantagione, hanno portato a risultati eccellenti dopo appena un anno.
Dopo le alterne vicende dell’ultimo secolo, per il piccolo stato incastrato tra il Perù e la Colombia si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma. L‘Arabica arrivò infatti nella regione costiera del Manabì intorno alla metà dell’800 ma cominciò ad essere esportata solo intorno al 1930, dopo che la crisi del cacao spinse molti coltivatori a concentrarsi proprio sul caffè. Da quel momento, grazie anche all’arrivo della robusta nel 1951, la coltivazione crebbe a tal punto da riguardare più di centomila famiglie e le esportazioni fino a fare dell’Ecuador il decimo esportatore al mondo di caffè.
La situazione cambiò in modo drastico a metà degli anni ’90. In un regime internazionale di importazioni a tariffe zero, la più grande azienda ecuadoriana della catena del caffè preferì infatti importare caffè dal Vietnam per trasformarlo in caffè solubile invece che rivolgersi al mercato interno. In un colpo solo la produzione interna cominciò a crollare e il caffè solubile si diffuse in tutto il paese. Falcidiata anche dalle calamità naturali (El Nino, 1997-1998), dalle crisi economiche interne (2000-2006) e dal successivo crollo dei prezzi del caffè, la produzione interna dell’Ecuador si è ridotta drasticamente fino al 2016. Ma, appunto, negli ultimi anni un nuovo impulso governativo – il programma ecuadoriano di riattivazione del caffè – e una nuova classe di coltivatori sta portando il caffè ecuadoriano sulla via del riconoscimento internazionale anche dal punto di vista della qualità e al tempo stesso favorendo la sua riscoperta locale.
Le regioni del caffè ecuadoriano
L’Ecuador è uno dei pochi paesi al mondo dove si coltiva con successo sia l’Arabica (60%) che la Robusta (40%) e soprattutto ha un ecosistema così vario che il caffè viene coltivato in ventitre province su ventiquattro.
Il caffè è insomma ovunque e proprio per la sua varietà geografica offre una gamma di sapori e di aromi molto ampia, le cui caratteristiche principali sono comunque la dolcezza e la delicatezza di sentori riconducibili a fiori e cioccolato, altro alimento centrale nell’economia del paese. Lungo la costa, nelle province di Manabì, Guayas e El Oro viene prodotta più della metà dell’arabica del paese. Si tratta però di zone la cui altitudine non arriva ai mille metri e quindi per trovare caffè di grande qualità bisogna rivolgersi altrove. Lo stesso vale per la regione amazzonica (province Napo e Orellana), dove viene prodotta la robusta che poi servirà per produrre caffè solubile. I grandi caffè ecuadoriani vengono coltivati sugli altopiani del nord e nelle province montuose del sud del paese. A nord, le province di Pichincha, Carchi e Imbabura sono conosciute per un’arabica molto equilibrata.
Le province di Loja e di Zamora Chinchipe sono invece quelle dove si concentra la coltivazione degli specialty ecuadoriani. Soprattutto la provincia di Loja è famosa per un’arabica dall’ acidità definita, la dolcezza media e un aroma delicato. E poi ci sono le Galapagos. Il luogo dove Darwin comprese le dinamiche dell’evoluzione umana è talmente straordinario nella sua biodiversità che permette di coltivare un piccolo numero di piante dalle quale, grazie alla combinazione tra l’influenza della corrente di Humbolt e i terreni vulcanici, viene ricavato un caffè ben bilanciato e poco acido che sul mercato può avere prezzi altissimi.