Per ogni cosa e persona c’è un’anima gemella che la completa e la esalta.

L’aceto balsamico per le fragole, lo Champagne per le ostriche, Stanlio per Ollio… insomma: esiste un match perfetto che esalta al massimo le rispettive caratteristiche. 

Anche per il caffè vale lo stesso, e ogni tipologia con il suo particolare #Carattere, ha una preparazione ideale che la rende speciale.

IL #VIGOROSO È PIÙ MACHO SE È RISTRETTO

Tutti conosciamo il Ristretto, un caffè espresso più corto del normale. Per noi italiani spesso è sinonimo di sapore amaro, ma non è assolutamente una caratteristica della sua preparazione. Infatti, in realtà il ristretto permette semplicemente di concentrare al massimo il gusto e gli aromi originari del caffè. Se quindi utilizziamo una miscela particolarmente acida e profumata a base di arabica, il risultato sarà esattamente quello. Alla sua massima potenza.

Secondo noi, però, il match migliore è quello con un caffè più macho dal carattere #Vigoroso, a base di Robusta, la varietà che come ricorda il nome, ha un gusto più deciso e una maggiore quantità di caffeina. Concentrato, strong e molto potente.

 

#ATTRAENTE FA RIMA CON MOKA 

Ah, la moka.

Inventata da un italiano, Alfonso Bialetti nel 1933, è un oggetto che non può mancare nelle nostre dimore, anche se stanno aumentando il numero di bar e ristoranti che propongono il caffè moka in alternativa ad un espresso.

Il solo vederla ci riporta a quelle dolci mattine quando l’aroma del caffè pervade casa, rendendo meno difficile abbandonare le calde e morbide coperte. O quelle serate passate con gli amici durante i gruppi di studio il giorno prima degli esami.

Il caffè #Attraente è costituito in prevalenza da Arabica e una piccola percentuale di Robusta, che gli conferisce un corpo deciso ma elegante, un gusto leggermente amaro ma complessivamente morbido. Insomma un caffè equilibrato che sa ammaliare molti.

 

 

 

#AVVENTUROSO COME UN SYPHON

Il Syphon è una tecnica di estrazione del caffè abbastanza antica, risalente al 1840 quando James R.Napier costruì il primo esemplare di Vacuum Coffee Pot (le ampolle di vetro), che tuttavia non brevettò mai, lasciandolo fare poi successivamente ad altri.

Fino a poco tempo fa nessuno ne faceva più uso, ma visto il crescente interesse sul caffè e i suoi sistemi di estrazione è tornato gloriosamente in auge.

È costituito da un sistema a due ampolle di vetro messe una sopra l’altra, tra cui viene posizionato un filtro. Si aggiunge dell’acqua nell’ampolla in basso che viene scaldata grazie ad un fornello (tranquilli il vetro è resistente). L’acqua evaporando sale nell’ampolla sovrastante, dove si aggiunge del caffè appena macinato.

È importante che il caffè venga mescolato immediatamente affinché non si bruci, vista l’alta temperatura dell’acqua. Dopo pochi istanti, si forma quella che viene definita “crosta” che andrà poi rotta più volte per favorire l’estrazione degli aromi.

Trascorso il tempo di infusione desiderato, si spegne il bruciatore e si attende che il caffè percoli nell’ampolla in basso, dove arriverà perfettamente pulito da eventuali sedimenti dal momento che attraversa il filtro, in carta o in stoffa.

Insomma una tecnica arzigogolata e ricca di perigli, se non si è un esperto barista, che calza a pennello con un caffè dal carattere #Avventuroso. A base di Arabica, dalla tostatura leggera, è la miscela dai gusti più estremi, perchè il profumo ricorda gli agrumi e in bocca risulta particolarmente acido.

 

LA RIGIDITÀ DEL CHEMEX, LA DOLCEZZA DEL #VIVACE

Come la maggior parte delle cose made in USA e inventate nella Grande Mela, anche la caffettiera Chemex ha un certo appeal. 

Questa macchinetta da caffè è stata considerata dai designer dell’Illinois Institute of Technology “uno dei migliori prodotti realizzato nei tempi moderni” e si trova nella collezione permanente del MoMa, il Museo di Arte Contemporanea di New York.

Insomma, non puoi reputarti un vero amante di caffè se non hai una Chemex.

Fatta interamente in vetro, materiale non poroso che non assorbe odori e sapori, la Chemex presenta un’impugnatura in legno che evita di ustionarsi le mani quando l’afferriamo. La forma inferiore ad ampolla permette al caffè estratto di ossigenarsi come in un decanter.

Di contro a tutta questa serietà e precisione, il carattere di caffè che più gli si addice, pensate un po’, è proprio quello #Vivace. Come nelle coppie male assortite, ma che allo stesso tempo funzionano e resistono alle intemperie della vita, anche in questo caso è una questione di opposti che si attraggono.

Il carattere #Vivace comprende quei caffè a base di arabica dalla tostatura media, dolci e dagli aromi fruttati che sono esaltati al massimo con la Chemex.

Il risultato è un caffè dal corpo molto leggero e intenso al profumo. Provatelo con la miscela Starbucks Holiday Blend 2019.

 

DISTENDITI… È SOLO UNA FRENCH PRESS

Vi sarà capitato spesso che viaggiando all’estero vi siate imbattuti in una french press e non abbiate avuto la più pallida idea di come funzionasse. È una macchinetta per fare il caffè ma non si riscalda. Non ha né pulsanti, né uno scompartimento apposito per il macinato e tutte le volte, rinunciando all’impresa, ci siamo persi l’occasione di provare un’esperienza unica, e sicuramente diversa, di caffè.

Inventata da un italiano, Attilio Calimani, nel 1929, è costituita da un bricco cilindrico di vetro e da un coperchio. Il bricco è attraversato da uno stantuffo che fuoriesce formando un pomolo e che termina con un filtro a retina.

È molto semplice da utilizzare, ma come tutte le cose semplici ogni step va eseguito a regola d’arte per assicurarsi il risultato perfetto.

Si versa il caffè macinato grossolanamente nel bricco. La macinatura della polvere non deve essere troppo fine, perché altrimenti le particelle più piccole non sarebbero trattenute dal filtro, quest’ultimo si intaserebbe e l’infuso finale risulterebbe torbido.

Si aggiunge dell’acqua calda ma non bollente, si mescola e poi si chiude il coperchio avendo cura che lo stantuffo sia completamente estratto e a pelo d’acqua. Lasciamo in infusione 4 minuti circa: più è lungo il tempo di riposo, più sono gli oli, i grassi e gli aromi che l’acqua calda riesce ad estrarre dai grani e, quindi, più il caffè risulta ricco e forte. Si preme infine con delicatezza e decisione lo stantuffo, in modo che la polvere di caffè rimanga schiacciata e trattenuta sul fondo. Il caffè è pronto!

È uno dei metodi di preparazione del caffè più semplici e veloci. Ma non solo per questo, l’abbiamo abbinato a un caffè #Disteso. Infatti il tipo di estrazione permette di valorizzare gli aromi delicati di fiori tipici di questo carattere.

Il risultato sarà una bevanda a metà tra una tisana e il concetto italiano di caffè. Rilassante ma anche energizzante visto il contenuto di caffeina, da godersi con una buona lettura.

 

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Autore: Redazione di VINHOOD